lunedì 3 dicembre 2007

NO AL DISEGNO DI LEGGE “AMATO-FERRERO”, NO AL VOTO AGLI IMMIGRATI!

Se passa la legge “Amato-Ferrero” che darà il diritto di voto attivo e passivo agli immigrati, Forza Nuova è pronta alla mobilitazione continua per un Referendum abrogativo! Forza Nuova ritiene inaccettabile la proposta contenuta nel DDL “Amato-Ferrero” riguardante la possibilità di estendere, già dal 2008, il diritto di voto attivo e passivo agli immigrati residenti in Italia da almeno 5 anni. Inaccettabile per varie ragioni: anzitutto in un momento come l’attuale in cui l’immigrazione, regolare e non, sta mostrando tutta la sua negatività, dare un’equiparazione del genere fra cittadini italiani ed immigrati è assurdo! Per votare ci vuole la cittadinanza e per avere la cittadinanza c’è un iter da seguire. Non si capisce perché si dovrebbe modificare e accelerare una prassi che non ha mai creato problemi. Problemi creati invece dall’immigrazione e dalla mancata applicazione della legge: 177 espulsioni effettuate a fronte di almeno un milione di irregolari da espellere. In secondo luogo, ci sembra un palese tentativo della sinistra di accaparrarsi voti in vista di una tornata elettorale, Amministrative 2008, che potrebbe rappresentare una sonora bocciatura per il governo Prodi. Tentativo che potrebbe, però rivelarsi un boomerang laddove, per ottenere l’appoggio di una comunità immigrata, si sia costretti a scendere a compromessi con questi a scapito dei nostri connazionali. Inoltre ci domandiamo come si possa dare il voto a persone appartenenti a comunità chiuse ed autoreferenziali, apparentemente integrate, ma di fatto avulse da un contesto cittadino che gli ruota attorno, ma con il quale interagiscono marginalmente. Le comunità d’immigrati sono chiuse in loro stesse, si spartiscono il territorio per gruppi etnici, pensiamo a Piazza Vittorio e all’Esquilino in genere, i cinesi da una parte, gli indiani da un’altra, i nord africani da un’altra. I sud americani si ritrovano a Piazza della Repubblica ecc.ecc. Questo modus vivendi è quanto di più lontano ci possa essere dal concetto di cittadinanza, di partecipazione alla gestione del territorio e della città. Non accetteremo passivamente quest’altro schiaffo al buon senso.
Roma, 03/12/2007